L’accessibilità è una delle quattro priorità su cui è costruito l’impianto complessivo della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, rappresentando un “pre-requisito” per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, da garantire con riferimento ad ogni ambito della vita di una persona.
Ed è proprio a partire da questo principio che, in occasione della giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, abbiamo organizzato una passeggiata per le strade della città a “caccia di barriere”, allo scopo di sensibilizzare tutti su un problema che molto spesso passa in secondo piano volendo vedere e provare da vicino, anche grazie ad una giovane donna disabile che ci ha accompagnati in questa camminata, le reali difficoltà di chi quotidianamente è costretto a muoversi in carrozzina per le vie della città.
La passeggiata, partita da piazza Unione europea, ha attraversato buona parte del centro cittadino fino a percorrere il viale San Martino e molte strade che lo incrociano, permettendoci così di notare scivoli mancanti o non funzionali, ad esempio marciapiedi dotati di uno scivolo da un lato ma non dall’altro in cui si può salire ma poi si ha difficoltà a scendere e proseguire; la presenza di scivoli atti ad agevolare la discesa in strada dai marciapiedi “affossati” a causa del rifacimento dell’asfalto stradale a quota troppo alta, con conseguente inutilità degli stessi; ancora la situazione paradossale di scivoli ai quali non corrisponde un attraversamento pedonale o assenza di scivoli in corrispondenza dei nuovi attraversamenti.
Durante la camminata abbiamo notato anche la presenza di marciapiedi ristretti, pali, paletti, transenne fisse e mobili, fossi che complicano la situazione rendendo difficoltoso il passaggio a qualunque persona, figuriamoci a chi ha la carrozzina che si trova costretto a spostarsi sulla carreggiata stradale, procedendo in mezzo alle auto ed esponendosi anche al rischio di infortuni e di improperi. Marciapiedi e attraversamenti stradali non sono le uniche “barriere”, abbiamo notato infatti che, salvo qualche eccezione, la maggior parte dei negozi del centro hanno scalini alti che inibiscono l’accesso ai disabili, così come anche alcune farmacie e agenzie bancarie e postali sono “off-limits”. A rendere ulteriormente impossibile il passaggio a chi presenta delle disabilità sono la negligenza e l’inciviltà degli stessi cittadini; abbiamo visto infatti una quantità impressionante di auto e ciclomotori parcheggiati in maniera irregolare e con estrema disinvoltura in corrispondenza di scivoli, incroci e passaggi pedonali ostruendo del tutto l’accesso, simboleggiando pertanto un’assoluta mancanza di senso civico e soprattutto di rispetto verso il prossimo.
Questa sperimentazione in strada è stata fondamentale per capire quanto è difficile per una persona diversamente abile salire o scendere un gradino o semplicemente camminare per strada senza l’aiuto di un accompagnatore: la ragazza che ci ha fatto da “guida speciale” durante la camminata, è costretta al fai da te attraverso uno scivolo in legno pieghevole che porta sempre con sé dietro la spalliera della sua carrozzina, ma sa benissimo che per utilizzarlo non può fare a meno di una persona che la accompagni nei suoi spostamenti.
Queste persone hanno diritto di condurre una vita normale, di potersi spostare in autonomia senza dover per forza dipendere da altri, ma purtroppo bisogna fare i conti con l’esistenza delle barriere architettoniche, il grande ostacolo che continua a contrapporsi ai diritti dei diversamente abili, costituendo fonte di danno alla salute (affaticamento, pericolo, lesioni ecc.), danno esistenziale, in quanto rappresentano tutti gli impedimenti che la persona subisce sul piano delle attività della vita quotidiana, attraverso le quali persegue il proprio sviluppo individuale, e fonte di danno sociale in quanto incidono sul diritto ad un pieno inserimento sociale, che ha come condizione la possibilità per la persona con disabilità di accedere, in autonomia e sicurezza, dove meglio crede in base alle sue necessità ed interessi.
Bisogna pertanto lottare per abbattere tutte le barriere e costruire un mondo a misura di tutti, un mondo nel quale chiunque possa muoversi in piena libertà e autonomia, abbia accesso alla pari con tutti ad ogni opportunità e possibilità che il contesto in cui vive, è in grado di offrire, perché solo promuovendo l’empowerment delle persone con disabilità sarà possibile creare concrete opportunità di partecipazione attiva alla vita della comunità in cui esse vivono.
Per ottenere un’Italia a misura di tutti c’è ancora tanto da fare, ma è importante che a livello territoriale tutte le città si impegnino per diventare gradualmente a misura di tutti e noi ci auspichiamo che anche Messina possa crescere ed impegnarsi su questo fronte, iniziando ad abbattere le sue barriere.
Gruppo Servizi alla persona – Cambiamo Messina dal Basso